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Cronaca lunedì 16 gennaio 2017 ore 13:43

Dieci profughi arrivano a Ponte a Ema

Incontro in parrocchia per illustrare alla popolazione cosa succederà tra poco nella frazione del comune di Bagno a Ripoli



BAGNO A RIPOLI — Ieri, al termine della Messa del mattino, presso la Parrocchia di Ponte a Ema, alla presenza del sindaco Francesco Casini, della vicesindaca Ilaria Belli, del direttore della Caritas di Firenze Alessandro Martini, del responsabile del settore immigrazione della Caritas Marzio Mori e del parroco don Giulio Cirri, si è svolto un incontro sull'ospitalità che la comunità di Ponte a Ema darà a un gruppo di dieci migranti, profughi, a partire dai prossimi mesi. 

Nel corso dell'incontro è stato presentato il progetto di accoglienza curato dalla Caritas e dal Comune di Bagno a Ripoli.
Con questo nuovo innesto, i migranti accolti nel territorio di Bagno a Ripoli (Grassina, Ponte a Ema, Capoluogo) saranno in tutto 42, una quota che si sta progressivamente avvicinando alle indicazioni dell'accordo sull'accoglienza Anci/Governo di 2,5 profughi ogni 1000 abitanti.
“Il clima di grande serenità e tranquillità in cui si è svolto l'incontro – hanno dichiarato il sindaco Francesco Casini e la vicesindaca e assessora alle politiche sociali Ilaria Belli - ha confermato una volta di più la grande umanità e capacità di accoglienza della comunità ripolese, in questo caso della frazione di Ponte a Ema. Bagno a Ripoli tutta – cittadini, associazioni, istituzioni – sta facendo al 100% la propria parte per gestire un'emergenza ormai pressoché strutturale, come quella dei migranti, che non si arresta nemmeno nei freddi mesi invernali. 

Il sistema dell'accoglienza diffusa promosso dalla Regione Toscana certo da solo non basta a gestire un fenomeno così vasto, che ha necessità di un imponente lavoro in àmbito internazionale e di procedure rapide nel riconoscimento del diritto di asilo, su cui sta lavorando il Governo Nazionale, ma appare sempre di più la soluzione giusta ed efficace per un'accoglienza concreta, capace di unire umanità e sicurezza. Sicurezza, che è l'altro fondamentale aspetto che, in un momento delicato come l'attuale, vogliamo e dobbiamo garantire”.


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